Con il termine ammenda si indica, con precisione, una pena pecuniaria prevista per la commissione di contravvenzioni. Ancora più in particolare essa consiste nel pagamento allo Stato italiano di una somma di denaro che non è inferiore a € 2,00 e al tempo stesso non è superiore a € 1.032,00.
Da punto di vista pratico, va anche detto che si riconosce al giudice la concreta possibilità di aumentare l’importo stabilito dell’ammenda fino a 3 volte ovvero di diminuirla fino ad un terzo, a seconda della peculiarità dei casi.
In considerazione delle condizioni economiche del soggetto condannato, il pagamento di questa penale può essere frazionato in rate mensili non inferiori a € 15,49 e per un numero non inferiore a tre e non superiore a trenta.
L’ammenda si differenzia dalla multa perché è una pena pecuniaria legata alle contravvenzioni mentre la multa è la pena prevista per i delitti.
In ambito del diritto del lavoro e legislazione sociale, le violazioni delle norme poste a tutela dell’igiene e sicurezza sul lavoro nella maggior parte dei casi sono sanzionate con contravvenzioni, per le quali è prevista in via generale la pena alternativa dell’arresto e/o dell’ammenda, in rapporto alla gravità dell’illeciti.
Sempre in materia di lavoro, con l’emanazione del Decreto Legislativo n. 8 del 15 gennaio 2016, si segnala che sono state depenalizzate alcune ipotesi di reato sanzionate attraverso multa o ammenda.