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Anzianità contributiva

L’anzianità contributiva è il periodo di versamento di contributi utile per la maturazione del trattamento di pensione per invalidità, vecchiaia e superstiti. Per cui il calcolo e l’accesso alle prestazioni pensionistiche dipende proprio dall’anzianità contributiva maturata.

In sostanza, essa rappresenta la quantità di contributi versati per ottenere una certa prestazione previdenziale. Si evidenzia che l’accesso alla pensione è vincolato dal raggiungimento dell’anzianità contributiva minima, ovvero un limite contributivo da raggiungere necessariamente per l’ottenimento della prestazione.

Il numero dei contributi settimanali da accreditare ai lavoratori dipendenti nel corso dell’anno solare, ai fini delle prestazioni pensionistiche a carico dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, per ogni anno solare successivo al 1983, è pari a quello delle settimane dell’anno stesso retribuite.

Per ogni settimana lavorata e retribuita è accreditato un unico contributo, per cui per ogni anno interamente lavorato sono accreditati 52 contributi settimanali, solo se la retribuzione settimanale non è inferiore al 40% del trattamento minimo mensile INPS (minimale contributivo per l’accredito dei contributi). Dal 2016 al 2018 l’anzianità contributiva massima considerata sarà pari a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne).

In molti casi poi, accanto al requisito contributivo, è richiesto pure il perfezionamento di un requisito relativo all’età anagrafica.

Con riferimento a quest’ultimo – cd. “pensione di vecchiaia” – si rimanda alle tabelle INPS recanti i requisiti per l’accesso alla prestazione, con l’avvertenza che si tratta di una materia soggetta a frequenti revisioni e aggiornamenti.

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