Con il termine sindacato di solito si fa riferimento ai sindacati che associano i lavoratori. In vero, esistono anche le associazioni di categoria chiamate datoriali, cioè dei datori di lavoro, che sono anch’esse, a tutti gli effetti dei sindacati. Esse infatti svolgono, né più né meno, le normali funzioni di tutela, assistenza, rappresentanza ed altro, nei confronti dei propri delegati.
Si tratta, in sostanza, di associazioni tra imprese costituite allo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi della categoria di appartenenza e di fornire servizi collettivi alle imprese aderenti.
Le associazioni datoriali di categoria sono articolate in divisioni o presidi territoriali.
Queste organizzazioni siedono al tavolo delle trattative con le altre compagini sociali per la stipula e i rinnovi dei CCNL.
Le principali associazioni datoriali di categoria sono:
• Confindustria, Confederazione Generale dell’Industria Italiana che associa le imprese industriali di grandi dimensioni;
• Confapi, Confederazione della Piccola e Media Industria che associa le piccole e medie imprese industriali;
• Confcommercio, Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo che associa le imprese commerciali e turistiche;
• Confesercenti, associazione che rappresenta imprese del commercio e del turismo, del terziario e dell’artigianato;
• CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato che associa le imprese del settore artigiano;
• ANCE, Associazione Nazionale dei Costruttori Edili che associa le imprese edili;
• Confagricoltura, Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana che associa agricoltori ed imprese agricole;
• Coldiretti, altra associazione di agricoltori ed imprese agricole;
• Assicredito e ABI, associazioni delle imprese del settore creditizio;
• Confetra, associazione delle imprese operanti nei settori del trasporto, della spedizione, della logistica e del deposito delle merci.
In realtà di sindacati delle imprese in Italia se ne possono enumerare centinaia. Essi possono essere suddivisi per tipologia o dimensione, ma anche per settore economico/industriale o per territorio geografico di appartenenza.
Durante gli incontri delle cosiddette parti sociali, che sovente vengono decidi dalle stesse istituzioni pubbliche, sono proprio i rappresentanti dei lavoratori da una parte e delle imprese da un’altra a svolgere le relazioni sindacali.
Giusto per fare un esempio, a livello nazionale ciò può avvenire per revisionare un CCNL di riferimento, mentre a livello territoriale o aziendale possono essere discussi e affrontati problemi lavorativi locali e specifici. Anche a livello di singola persona, vi possono essere relazioni sindacali che coinvolgono un rappresentante del lavoratore ed uno dell’azienda.
Andando oltre i sindacati delle imprese, si tenga presente che esistono pure i sindacati dei lavoratori autonomi, compresi quelli dei libero professionisti. Si possono fare, a riguardo, numerosi esempi piuttosto famosi: avvocati, tassisti, farmacisti, ecc.
Da sottolineare che, alla stessa stregua dei lavoratori subordinati o parasubordinati, non vi è l’obbligo di iscrizione per un’impresa o per un lavoratore autonomo ad una associazione sindacale datoriale o di altro genere.