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Piccole e medie imprese (o PMI)

Con l’abbreviazione “PMI” (o SME in inglese – small and medium enterprises, o anche, in certi paesi SMB – small and medium sized business) si fa riferimento alle piccole e medie imprese ovvero le aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati.

L’abbreviazione si è diffusa nell’Unione Europea grazie all’utilizzo della stessa da parte delle Istituzioni europee ed internazionali quali la Banca Mondiale, la BCE, la WTO.

Originariamente ogni paese, ai fini della individuazione delle PMI, fissava i limiti occupazionali (250 impiegati per l’Italia, 500 per la Germania ecc.).

Successivamente, la Commissione Europea con raccomandazione n. 2003/361/Ce del 6 maggio 2003, ha uniformato, a decorrere dal 1° gennaio 2005, nell’intero territorio comunitario, la definizione di piccola e media impresa.

Attualmente le PMI si suddividono come segue:

• Media Impresa: numero dei dipendenti è inferiore a 250 e fatturato annuo non superiore a 50 milioni di Euro (o totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale non superiore a 43 milioni di Euro).

• Piccola Impresa: numero di dipendenti inferiore a 50 e fatturato annuo (o totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale annuo) non superiore a 10 milioni di Euro.

• Microimpresa: numero dei dipendenti inferiore a 10 e fatturato annuo (o totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale annuo) non superiore a 2 milioni di Euro.

Queste imprese, anche per le oggettive difficoltà di attrarre capitali, sono di solito destinatarie delle politiche di sostegno da parte dello Stato o delle Regioni.

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