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Dati Ocse: in Italia il calo dei salari è del 7,5%

Secondo i recenti dati pubblicati dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), il potere d’acquisto dei lavoratori italiani ha subito un significativo calo. Il declino reale dei salari, di fatto, si è verificato in quasi tutti i paesi dell’OCSE, con l’Italia che registra il calo più drastico tra le maggiori economie globali.

In dettaglio, si è riscontrato un decremento medio dei salari reali del 3,8% rispetto all’anno precedente nei 34 paesi dell’OCSE per cui i dati erano disponibili. Per quanto riguarda l’Italia, alla fine del 2022, i salari reali sono diminuiti del 7,5% rispetto al periodo pre-pandemico, ben sopra la media dell’OCSE del 2,2%. Al confronto, Germania, Spagna e Stati Uniti hanno registrato cali rispettivamente del 3,2%, 4% e 2,3%.

Le previsioni dell’OCSE indicano che questo trend negativo potrebbe non essere ancora giunto al termine. Si prevede infatti che, in Italia, i salari nominali aumenteranno del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024. Ciò avrà un impatto maggiore sulle famiglie a basso reddito.

In questo contesto, la contrattazione collettiva assume un ruolo sempre più importante nel mitigare la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori e nel garantire una distribuzione equa dei costi inflazionistici tra imprese e lavoratori, prevenendo un ciclo negativo di inflazione e salari. Tuttavia, in Italia i salari stabiliti dai contratti collettivi hanno visto una diminuzione reale di oltre il 6% nel 2022.

Un ulteriore problema risiede nei ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi, particolarmente nei settori terziario e della pubblica amministrazione. Questo ritardo potrebbe estendere la perdita di potere d’acquisto per molti lavoratori.

Nel contesto più ampio del mercato del lavoro, a maggio, il tasso di disoccupazione in Italia è diminuito al 7,6%, due punti percentuali inferiore rispetto al periodo pre-Covid, ma ancora ben sopra la media dell’OCSE del 4,8%.

Nonostante l’occupazione totale sia aumentata nell’ultimo anno, con un aumento dell’1,7% a maggio 2023 rispetto a maggio 2022, il tasso di occupazione italiano rimane significativamente inferiore alla media dell’OCSE (61% contro 69,9% nel primo trimestre 2023).

Al di là di queste sfide immediate, le previsioni indicano che il mercato del lavoro rimarrà sostanzialmente stabile nei prossimi due anni, con una crescita dell’occupazione totale inferiore all’1% sia nel 2023 che nel 2024.

A complicare ulteriormente il quadro, l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più diffuse nel mercato del lavoro. Le professioni meno qualificate sono le più a rischio di automazione. Circa il 30,1% dei lavoratori in Italia è impiegato in professioni ad alto rischio di automazione, leggermente superiore alla media OCSE del 27%.

Centro Studi | Studio Cassone

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