Dopo un lungo periodo di trattative, è finalmente stato raggiunto un accordo tra l’Italia e la Svizzera riguardante la situazione dei lavoratori transfrontalieri.
La legge, che si concentra principalmente sulle tasse imposte a questi lavoratori che attraversano il confine quotidianamente, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale italiana ed è entrata in vigore il 1° luglio.
L’aspetto fondamentale di questo compromesso prevede un aumento dell’imposizione fiscale per i nuovi lavoratori frontalieri, mentre la situazione rimane invariata per quelli già esistenti. La Svizzera ha sempre avuto bisogno di forza lavoro dall’estero e i lavoratori transfrontalieri rappresentano una risorsa importante.
Secondo le statistiche dell’Ufficio Federale di Statistica, nel primo trimestre dell’anno corrente il numero totale di lavoratori frontalieri era di 386mila, provenienti principalmente dalla Francia (56%), Italia (23%) e Germania (16%). In particolare, nel Ticino erano presenti 78mila lavoratori frontalieri, pari al circa 30% della forza lavoro del mercato locale.
L’accordo raggiunto tra l’Italia e la Svizzera stabilisce che la Confederazione trattiene l’80% delle tasse relative ai redditi dei nuovi lavoratori frontalieri e che l’agenzia delle entrate italiana li tassi secondo le sue aliquote Irpef. Quest’ultime sono in genere più elevate rispetto a quelle dei cantoni svizzeri, comportando quindi un carico fiscale maggiore per questi lavoratori.
I nuovi lavoratori frontalieri avranno detratta la somma già trattenuta dal fisco svizzero e per alleviare l’onere fiscale aggiuntivo verrà applicata una franchigia di 10mila euro e alcuni sgravi e deduzioni legati alle spese. L’obiettivo dell’Italia era di redistribuire l’onere fiscale dei lavoratori frontalieri a suo vantaggio, con l’intento di incrementare le entrate. Si stima che il fisco italiano guadagnerà 220 milioni di euro in più.
D’altra parte, la Svizzera intende rendere il lavoro frontaliero meno attraente, sebbene ne abbia ancora bisogno, per limitarne l’espansione e rassicurare i residenti. Anche da questo punto di vista, l’obiettivo sembra essere stato raggiunto.
I lavoratori frontalieri esistenti beneficeranno ancora del vantaggio fiscale, oltre a salari generalmente più alti rispetto all’Italia e alla forza del franco svizzero. I nuovi lavoratori frontalieri, tuttavia, vedranno una riduzione del vantaggio fiscale, pur mantenendo i vantaggi legati ai salari e al cambio valutario.
Ancora da definire è la questione del telelavoro dei lavoratori frontalieri, in attesa di un ulteriore accordo tra Italia e Svizzera.
Infine, sembra vicina la risoluzione della questione della presenza della Svizzera nella lista nera italiana dei paradisi fiscali, risalente al 1999. Il 20 aprile, Roma e Berna hanno firmato una dichiarazione per rimuovere la Svizzera da questa lista. L’accordo è ora effettivo e il relativo decreto dovrebbe essere adottato presto in Italia.